Critica Enzo De Paoli

Croce sosteneva che "L'arte è visione o intuizione. L'artista produce un'immagine o fantasma; e colui che gusta l'arte volge l'occhio al punto che l'artista gli ha additato, guarda per lo spiraglio che colui gli ha aperto e riproduce in sé quell'immagine".

Mi piace cominciare cosi questa presentazione dell'opera di Alfredo Caldiron, pittore autodidatta sulla cui formazione hanno pero influito positivamente amici di grande qualità artistica. Infatti nel suo lavoro la visione della realtà e l'intuizione sapiente, che unisce sensibilità atmosferica e fantasia creatrice, si fondono in un assieme di grande fascino.

Nel caso di Caldiron in ogni singolo pezzo troviamo sia l'immagine che il suo fantasma, o ancora meglio possiamo dire che troviamo l'immagine nel suo fantasma. Non vi è alcun dipinto infatti che non si muova da una visione o sensazione dì immagine di realtà.

Tuttavia, anche se ciò può apparire paradossale, la prima impressione che ci restituisce un suo quadro è quella di una pittura astratta, per lo più astrattoinformale con però una serie di diretti richiami al linguaggio delle geometrie. L'arte astratta, che, a cominciare dalla seconda decade del XX secolo, ha escluso deliberatamente ogni forma di rappresentazione degli aspetti del mondo oggettivo, ha la sua origine nella reazione all'Impressionismo.

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