critica di Raul Capra

Il superamento dei modi del post-cubismo, assunti dalla pittura italiana nell’immediato dopoguerra, ebbe luogo essenzialmente secondo due opposte linee direttrici: dapprima l’astrattismo geometrico o neo-concretismo; subito dopo, quello informale, che sarà, nel suo vario manifestarsi, la tendenza dominante degli anni cinquanta.

La formazione artistica di Alfredo Caldiron avviene, sullo scorcio del decennio, appunto nell’ambito di questa temperie culturale: che sembra mettere in crisi, anche in riferimento ad un universo di forme astratte, ogni possibilità di strutturazione del dipinto.

Che tuttavia in Caldiron ancora sussiste, e tende anzi, in questa fase iniziale del suo lavoro, a proporsi per geometrie, ove il dato figurativo stempera ogni impatto volumetrico nella levità dell’elemento cromatico.

E’ un persistere di struttura che risponde ad un’intima esigenza di “racconto”, come recita il titolo di molti dei suoi quadri: che talora anche presentano una partizione a griglia, quasi cercando, paratatticamente, una sintesi memoriale di luoghi e di eventi.

Fattosi negli anni settanta più libero e sicuro il suo approccio all’immagine paesistica, Caldiron nel decennio successivo realizza una serie di dipinti ove paesaggio e natura morta, non avendo più modo di paratassi ma di sintassi, con bell’esito si fondono, nell’intenso prevalere del blu sulla pacatezza delle terre e sulla timbrica emergenza di un rosso.

Poi il paesaggio sembra sciogliersi da questi vincoli di struttura episodica di narrazione, e porgersi nella sua solitaria assolutezza: ora più riconoscibile pur nella vaghezza dei contorni; ora appena suggerita dall’addensarsi delle macchie cromatiche, dal rapido infittirsi del segno.

La suggestione dei modi dell’astrattismo informale si fa più evidente, negli anni recenti, con l’ispessimento della materia cromatica, spatolata e tramata da solchi seriali. Ma ecco subito ancora ripresentarsi, secondo la fertile impazienza che caratterizza il fare pittorico di Caldiron, il richiamo di strutture geometrizzanti; o di referenti più direttamente naturalistici, come ora il tema dell’albero, risolto con rapida, elegante freschezza.

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